I fondi europei sono il principale mezzo finanziario con cui l’Unione Europea, con un investimento di circa mille miliardi di euro destinati alla crescita e all’occupazione, persegue il fine dell’integrazione economica e sociale dei Paesi membri.

Essi possono essere diretti o indiretti. I fondi diretti vengono gestiti dalla Commissione Europea e si dividono in programmi intracomunitari, i quali coinvolgono i Paesi membri dell’UE e riguardano le politiche interne di interesse europeo, e in programmi di cooperazione transfrontaliera esterna, che promuovono la cooperazione dei Paesi membri con Paesi terzi rispetto all’Unione stessa.

In base agli obiettivi che si prefigge di realizzare, la Commissione Europea predispone dei programmi inerenti diversi settori. La realizzazione dei programmi viene attivata mediante dei bandi, o meglio degli inviti a presentare proposte (Calls for proposals) che contengono le indicazioni necessarie affinché si possano presentare i progetti.
Per il 2021-2027, le risorse per la coesione economica, sociale e territoriale disponibili ammontano a 330,6 miliardi ai prezzi del 2018.

I fondi indiretti, invece, chiamati anche fondi strutturali, nascono per ridurre le disparità a livello socio economico tra gli Stati Membri e tra le loro regioni. A differenza dei primi, quelli indiretti, vengono gestiti a livello nazionale (attraverso i PON) o regionale (tramite i POR).
Tutte le regioni europee possono beneficiare dei Fondi della Politica di Coesione, continuando ad essere suddivise nelle tre classiche categorie: regioni meno sviluppate (tra le quali la Sardegna), regioni in transizione, regioni più sviluppate.

Ma quali sono i principali settori sui quali l’Unione Europea intende investire e chi può ottenere i finanziamenti?
Tra i settori principali devono essere citati quello della ricerca e l’innovazione, dei giovani e dell’economia digitale, dell’agricoltura, dell’inclusione sociale e lavorativa, ecc.
I finanziamenti UE, infine, sono a disposizione di diverse categorie di beneficiari, tra i quali: ricercatori, agricoltori e imprese rurali; PMI; giovani; enti pubblici, organizzazioni non governative o senza scopo di lucro.

Tante sono le opportunità concrete offerte dalla programmazione 2021/2027 e tante sono le occasioni di sviluppo e di crescita che potranno permetterci la ripresa socio economica del nostro territorio.

I programmi comunitari rappresentano oggi l’ambito dell’europrogettazione più ambito e, par questo, anche quello di cui si tende a parlare maggiormente. Le procedure sempre più esigenti e la concorrenza sempre maggiore necessitano di conoscenze e capacità in grado di rispondere in modo pratico e concreto alle reali richieste. Ragion per cui la formazione, di natura pratica e laboratoriale, garantisce un apprendimento maggiore capace di generare cambiamento e crescita.

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