Parliamo di Analisi Sensoriale del Miele in Sardegna e dei suoi protagonisti con un’intervista ad un’eccellenza del nostro territorio in questo settore: Mauro Pusceddu.
D. Raccontaci il percorso fatto per diventare prima assaggiatore del miele e poi Capo Panel per il “Premio Qualità mieli tipici della Sardegna, l’appuntamento annuale di Montevecchio per tutti gli apicoltori sardi.
R. L’interesse personale per il mondo dell’Analisi Sensoriale del Miele è nato dalla passione per le api e il nettare da esse trasformato, unitamente alla formazione come Tecnico in Agricoltura. Il percorso formativo ha avuto inizio nel 1995 e si è concluso nel 1998, con l’iscrizione al relativo Albo Nazionale, al termine di un ciclo di corsi organizzati dall’allora Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna.
Negli anni successivi, l’entusiasmo per la materia e il desiderio di approfondimento mi ha portato ad affiancarmi ai docenti dell’Albo Nazionale, con i quali ho potuto collaborare sia nei corsi di Analisi Sensoriale, sia in occasione delle prime edizioni del “Concorso Mieli Tipici della Sardegna” che si svolge a Montevecchio (Guspini).
In quegli stessi anni, oltre ai corsi di aggiornamento periodici organizzati dall’Albo, ho maturato l’esperienza come giudice nei Concorsi Nazionali di Castel San Pietro e di Sortino in Sicilia “Premio Grandi Mieli del Mediterraneo” dove ho ricoperto anche la carica di Presidente di giuria. Successivamente ho presieduto il Concorso Regionale di Montevecchio, per il quale non finirò mai di ringraziare i docenti che ci hanno affiancato nelle prime edizioni e i colleghi sardi Esperti in Analisi Sensoriale che compongono le giurie. La professionalità e perseveranza di questi ultimi nel partecipare ai lavori dei panel di valutazione, assieme alla sensibilità e collaborazione degli apicoltori, hanno contribuito negli anni a trasformare l’appuntamento di Montevecchio in uno dei più importanti a livello nazionale, sia in termini qualitativi che per numero di campioni partecipanti.
D. Qual è, e quale vorresti che fosse, il ruolo degli assaggiatori del miele?
R. Il compito di queste figure è quello di valutare l’aspetto qualitativo e l’origine botanica dell’alimento miele. Si tratta di elementi molto importanti perché basati su procedure di valutazione standardizzate mediante un Disciplinare Tecnico (revisionato proprio alcuni mesi fa), volto a garantire la tutela delle produzioni mellifere sia nell’interesse del produttore che del consumatore. Di fatto l’Analisi Sensoriale permette di acquisire informazioni complementari a quelle fornite dalle analisi fisico-chimiche e microscopiche.
Tale figura dovrà essere sempre più vicina a quella di cultore del miele e protagonista nella divulgazione e promozione del consumo di mieli di qualità, in un momento in cui il consumatore è diventato sempre più esigente in materia di qualità e salubrità degli alimenti.
In questo ambito, l’Esperto in Analisi Sensoriale del Miele potrà giocare un ruolo fondamentale sia come valutatore della qualità del prodotto nei concorsi dedicati, sia nell’attribuzione di marchi di qualità, sia in occasione di iniziative promozionali.
D. Perché la decisione di intraprendere questo percorso costituisce un investimento? Quali benefici possono ottenere un apicoltore, un ristoratore o un commerciante in termini di crescita professionale ed imprenditoriale?
R. L’investimento riguarda soprattutto la sfera della formazione professionale personale. La capacità di valutare sensorialmente, in maniera obiettiva e sulla base della specifica esperienza acquisita, le caratteristiche organolettiche di un miele, sia esso monoflorale o multiflorale, rappresenta un valore aggiunto nello scambio di informazioni tra Esperti in Analisi Sensoriale del Miele, Produttori Apistici, Tecnici del settore e Tecnologi alimentari. Questo risultato si traduce in maggiori informazioni e nozioni fondamentali da trasferire ai produttori e ai consumatori, utili al miglioramento della qualità del prodotto sin dalla fase produttiva. L’Esperto è tale quando, agendo in piena autonomia, non si fa influenzare da preferenze di carattere personale in sede di valutazione del prodotto.
Costituisce un investimento anche la capacità professionale dell’Esperto di trasferire la cultura del miele ai consumatori appartenenti alle fasce di età più giovani, educandoli al consumo di un alimento ottenuto salvaguardando l’ambiente con un ciclo produttivo che ha garantito la biodiversità nel contesto territoriale in cui è stato prodotto.
Sulla scorta delle considerazioni espresse, i vantaggi per l’apicoltore riguardano, la capacità di migliorare qualitativamente la produzione, nonché di attribuire la denominazione finale del prodotto posto in vendita secondo normativa, trasferendo così conoscenze fondamentali sulle proprie produzioni al consumatore finale. Il ristoratore dal canto suo e alla luce delle nuove conoscenze potrà utilizzare al meglio il prodotto in cucina, mentre il commerciante sarà nelle condizioni di promuovere e divulgare ai propri clienti il maggior valore delle produzioni immesse sul mercato.
D. Puoi illustrarci qualche caso di successo?
R. Il caso più emblematico riguarda il miglioramento nel tempo della qualità dei mieli che il produttore presenta ai concorsi, risultato anche di una corretta Analisi Sensoriale di un Miele. Nel corso degli anni infatti è palese il fatto che sulla base delle valutazioni espresse dall’Esperto, integrate dalle informazioni ottenute dalle analisi fisico-chimiche e microscopiche, l’apicoltore migliori nel tempo la qualità delle proprie produzioni, sia attribuendo una corretta denominazione botanica al prodotto, sia più in generale affinandone le caratteristiche visive e olfattive.
Intervista a cura di Istrù, Formazione e Sviluppo Srl, Società Benefit